Steve della Casa a Brescia

 


“La sceneggiatura nell’Italia che cambia” rassegna di AGEnda Cinema

Steve della Casa in apertura


Il cinema, come la letteratura, è un grande contenitore di storie che a volte vengono narrate bene e a volte no. Steve della Casa -critico cinematografico e conduttore del noto programma radiofonico Hollywood Party, regista e attore- le sa raccontare bene, da grande narratore dalla verve naturale, testimone prezioso della storia del cinema italiano.  Protagonista con personaggi celebri, da Monicelli a Risi, di episodi divertenti, parla di cinema in modo instancabile e avvincente. La sua comunicazione, densa di cultura e di riferimenti cinefili precisi, è sempre vivace e sorniona, in un flusso inarrestabile di aneddoti e di considerazioni critiche originali.

Lo ha invitato a Brescia lo scorso 14 maggio ’25 il cineclub Fedic AGEnda Cinema il 14 maggio a inaugurare un ciclo di tre incontri al cinema Nuovo Eden dal titolo “Scrivere cinema nell’Italia che cambia”. Steve è un amico del cineclub che ha tenuto a battesimo nel 2022 parlando di Agenore Incrocci, lo sceneggiatore della famosa coppia Age & Scarpelli, al quale, nato fortuitamente a Brescia, il cineclub lega il suo nome. 

Attenendosi in modo preciso al titolo del ciclo, Steve, di fronte a una platea di varie età che includeva anche studenti e studentesse di cinema della locale Accademia Laba, ha esordito spiegando come le sceneggiature di oggi, articolate e dettagliate nelle battute e nei profili dei personaggi, si distinguono da quelle di ieri, per lo più canovacci approssimativi. Il regista aveva grande libertà di modifica e poteva accogliere anche suggestioni improvvise o addirittura affidare il finale alla sorte. È celebre il caso de Il sorpasso, di cui si è vista la sequenza dell’incontro tra Gassman e Trintignant. Il produttore, Marco Cecchi Gori, e il regista, Dino Risi, avevano idee diverse sul finale: per l’uno avrebbe dovuto essere felice con la partenza dei due protagonisti per la Costa Azzurra e per l’altro drammatico. Pattuirono che, se il giorno delle riprese ci fosse stato bel tempo, il finale sarebbe stato drammatico, in caso contrario un happy end. I cinefili sanno quale fu il tempo dell’ultimo giorno di riprese… Altra storia curiosa è quella della morte di Anna Magnani in Roma città aperta che nella sceneggiatura non era scritta e che viene introdotta perché casualmente Rossellini assiste a una scena che lo ispira.  La storia ha del paradossale soprattutto se commisurata all’oggi quando le sceneggiature, per avere successo, corrispondono a indicazioni algoritmiche non eludibili. 

Anche l’intervento sul doppiaggio poteva diventare un intervento sulla sceneggiatura oggi inimmaginabile: Fellini, per esempio, se ne serviva spesso per modificare in modo sostanziale i dialoghi così come erano stati girati.

Non sono mancate storie riferite a Monicelli e al suo noto senso dell’umorismo molto inglese anche quando Steve, in occasione del suo 90^ compleanno, gli fece uno scherzo, degno della sceneggiatura di Amici miei, che giocava sul suo passato di tombeur de femme. 

Interessanti gli accenni al cinema western -sul quale Steve ha fatto la sua tesi di laurea- o ai B movie -attenzione che negli Usa non sono quelli scarsi, ma solo quelli che hanno una produzione indipendente- o al neorealismo e a Cinecittà inagibile nel dopoguerra perché adattata a campo profughi e l’elenco potrebbe continuare con il rischio, senza la capacità affabulatoria di Steve, di annoiare il lettore.

L’incontro si è dovuto concludere in tutta fretta perché Steve doveva partire con il treno: fosse per lui avremmo davvero potuto continuare all’infinito. Lo hanno salutato gli applausi e la promessa di rivederci per ascoltare altre storie…


Laura Forcella