Maurizio Nichetti a Brescia e a Ospitaletto

 


Maurizio Nichetti a Brescia e a Ospitaletto,

dentro e fuori lo schermo,

alla proiezione di Amichemai

 

Amichemai di Maurizio Nichetti è un film per il cinema. Non per la televisione. Non per la rete. Un film per la sala. Che lo sia per vocazione del suo autore o per imposizione del mercato conta poco. Quello che conta è che produce il piacere di ritrovarsi in tanti, prima fuori dal cinema, a fare la coda sperando di riuscire a entrare, poi dentro, al buio, a condividere una risata, un sorriso, un moto di simpatia o una preoccupazione -lieve ma non superficiale- per come va il mondo e il cinema.

È la piccola magia successa a Brescia e a Ospitaletto, il 2 marzo scorso, in un’iniziativa proposta da AGEnda Cinema, uno dei cineclub bresciani della Fedic, al cinema Nuovo Eden e al cinema Agorà, alla presenza del regista, lui, l’inconfondibile Maurizio Nichetti. Piene le due sale, pubblico affettuoso, plaudente, curioso, anche commosso, desideroso di un selfie con il “maestro”, di un autografo su un vecchio dvd di Ratataplan, di una foto rubata da lontano. E poi l’emozione di stare ad ascoltarlo, vederlo muoversi come un clown e tenere i piedi aperti alla Chaplin, sentirlo padrone del palcoscenico da attore consumato e da uomo mite e gentile, che fa della risata un modo per guardare il mondo ed esserne addirittura un po’ profeta.

È così nel suo cinema: prediche mai, ma i fatti, quelli che si sublimano nel surreale e ci fanno pensare di essere nella dimensione della fiaba. Una fiaba, però, molto simile alla nostra vita.

È colpa dell’attrice Angela Finocchiaro se, dopo 23 anni dal suo ultimo film, Nichetti è tornato a girare: è lei, amica da quando aveva 17 anni, già allora comica di razza, ad avergli proposto il film nel 2019. Non si poteva prevedere il Covid e poi la guerra in Ucraina, proprio dove avrebbe condotto la storia del film, quello di una donna matura -moglie, mamma, nonna, figlia- alle prese con la badante del vecchio padre. Se le badanti vengono spesso dall’est, perché non immaginarla, allora, dalla Turchia visto che la turca Serra Yilmaz, attrice di Ozpetek che parla un italiano fluente, si è concretizzata come una possibile ottima comprimaria della Finocchiaro? E così il film si regge sull’interpretazione di queste “due donne intelligentissime”, come le ha definite Nichetti, di fatto un road movie di due donne in viaggio. Thelma e Louise in nessun modo, perché qui, in questa commedia di buoni sentimenti, al fondo c’è la luce, non quella abbagliante del sole, ma quella sfocata della solidarietà, che non è così scontata e nemmeno prevedibile.

Anche in questo film della maturità, Nichetti ci appare lo sperimentatore di sempre, sempre fedele a se stesso: già nel 1981 aveva immaginato personaggi da fumetti interagire con gli umani nella sceneggiatura di Volere e volare ben prima di Zemeckis con Chi ha incastrato Roger Rabbit? che uscì prima del film di Nichetti perché più fortunato con la produzione. Oggi con Amichemai mescola storie e metacinema e trova così un modo originale per parlare di grandi temi come la crisi climatica o come l’impatto dei social media sulla nostra vita e sul cinema senza trasmetterci angoscia o incupirci, ma senza nemmeno rinunciare a dire, a raccontare, a farci ridere, pensando al futuro e facendocelo desiderare. Con un po’ di malinconia sì, e con poesia anche, ancora dentro le sale cinematografiche che alimentano i nostri sogni.

Laura Forcella