La follia - parte 2

 La follia nella cinematografia

Seconda parte

Psicopatici killer seriali.

Inizio con personaggi divenuti icone di follia.


Norman Bates è il protagonista di Psycho (1960) di Alfred Hitchcock, tratto dall'omonimo romanzo (1959) di Robert Bloch, basato su vicende realmente accadute. Nel film è interpretato da Anthony Perkins, un giovane che soffre di un patologico complesso di Edipo nei confronti della madre, la quale uccide per gelosia chiunque s'intrometta nel rapporto tra lei e suo figlio. Peccato che la madre sia già morta quando avvengono gli omicidi, uccisa assieme al suo amante proprio da Norman. Ad uccidere è Norman che ha sviluppato una scissione della propria identità acquisendo quella della madre, e ogni volta che commette un delitto lo fa indossando i vestiti materni. Quando ritorna in sé non ha alcun ricordo ed è convinto che ad uccidere sia stata sua madre, così occulta ogni prova per proteggerla.


Jack Torrance
 è protagonista di Shining (1980) di Stanley Kubrick, tratto dell'omonimo romanzo di Stephen King (1977). Nella trasposizione cinematografica è interpretato da Jack Nicholson. Jack accetta per lavoro di passare con la sua famiglia 5 mesi in un albergo isolato come custode. Compito fisicamente non impegnativo ma mentalmente arduo. Soprattutto se chi lo ha preceduto in questo lavoro, in preda alla follia ha sterminato, proprio nell'albergo, la sua famiglia per poi suicidarsi. Ed ora il suo spirito perseguita Jack, spingendo anche lui alla follia omicida.



Hannibal Lecter è un serial killer antropofago. È un ex medico psichiatra detenuto nel manicomio criminale di Baltimora, con l'accusa di aver ucciso alcuni suoi pazienti e poi averli divorati. E' protagonista di una serie di romanzi di Thomas Harris e di diversi film, interpretato in particolare da Anthony Hopkins. Ne Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme viene così definito: È un mostro. Uno psicopatico puro. Ha una mente lucida e pronta, è molto abile a intuire i pensieri delle persone. Il suo comportamento è gentile, colto ed educato. Tra le sue passioni figurano la pittura, la musica classica, la lettura dei classici, di cui la sua cella è piena, e ovviamente l'arte culinaria.

Jame Gumb alias Buffalo Bill è presente anche lui ne Il silenzio degli Innocenti (1991) di Jonathan Demme, interpretato da James Levine. E' un serial killer transgender, che rapisce giovani donne sovrappeso che uccide, scuoia utilizzandone la pelle per confezionarsi un corpo femminile fatto di carne umana da indossare. Gumb alleva degli esemplari di Acherontia, una rara falena originaria dei paesi caldi afro-asiatici, nota anche col nome di testa di morto, poiché è affascinato dalla sua metamorfosi. Un processo a cui vuol sottoporsi anche lui. Jame pone nella trachea delle sue vittime una crisalide di queste falene come firma. Viene stanato grazie alla collaborazione di Hannibal Lecter.


Silas, è un monaco albino presente ne Il Codice da Vinci (2006) di Ron Howard, basato sull'omonimo romanzo di Dan Brown. Nel film è interpretato da Paul Bettany. E' un fanatico religioso che agisce convinto di compiere una missione per conto di Dio e del suo misterioso Maestro per arrivare ad impossessarsi del segreto del Santo Graal prima di Robert Langdon (Tom Hanks) studioso di simbologia. Segreto che, se svelato, potrebbe compromettere i fondamenti del Cristianesimo. Così, agendo nell’ombra, uccide chiunque si frapponga al suo mandato, poi si stringe il cilicio e si autoflagella per espiare i suoi peccati.


John Doe è un altro folle assassino bigotto. Anche lui si crede mandato in missione per conto del Signore. Compare in Seven (1995) di David Fincher, interpretato da Kevin Spacey. Colpisce in maniere orribili punendo i sette vizi capitali, uccidendo una persona per ogni peccato, nel modo che richiama e rappresenta il peccato corrispondente. E' paziente, metodico, pacato e impassibile, crede che quella che chiama la sua opera sia un capolavoro che sarà tenuto in grande rispetto da altre persone. Si compiace di manipolare e fare giochi mentali con gli agenti che indagano. E' talmente fuori di testa che alla fine punirà anche sé stesso.

Anton Chigurh compare nel romanzo Non è un paese per vecchi (2005) di Cormac McCarthy. Nell'adattamento cinematografico omonimo (2007) dei fratelli Coen è interpretato da Javier Bardem. Chigurh è un assassino psicopatico privo di coscienza, di emozioni, di compassione e di rimorso. E' una macchina fredda, fatta per uccidere, è l'imprevedibilità della morte. Per chi incrocia la sua strada è molto difficile uscirne vivo. A volte, quando gli gira, da una chance alle persone che incontra lanciando una moneta per deciderne il destino. Gira armato di una bombola di aria compressa che spara cilindretti di metallo che usa per sfondare le serrature delle porte e per uccidere le sue vittime. Ma non uccide soltanto per il gusto di farlo. In questo caso da la caccia a chi si è impossessato del denaro frutto di una sanguinosa resa dei conti, e non esita a fare strage di tutti coloro che si frappongono al raggiungimento del suo obiettivo.

Leonard Lawrence compare in Full Metal Jacket (1987) di Stanley Kubrick, interpretato da Vincent D'Onofrio. Leonard non è né un killer né tantomeno pazzo, è uno dei giovani americani coscritti per la guerra del Vietnam, spedito in un campo di addestramento dei marine. E' un ragazzone grasso, lento nei movimenti, goffo e impacciato, totalmente inoffensivo e inadatto alla vita militare. Durante il suo addestramento è vittima di bullismo dei suoi compagni e delle continue angherie del suo spietato istruttore, il sergente Hartman, che crudelmente lo soprannomina palla di lardo e lo ricopre di variopinte fantasiose volgarità e insulti. A seguito di questi continui trattamenti brutali la sua salute mentale precipita e Leonard subisce un repentino cambiamento di personalità. Inizia a parlare con il proprio fucile, lo chiama Charlene e comincia a trattarlo come se fosse la sua fidanzata. L'ultima notte al campo di addestramento viene scoperto nel bagno mentre totalmente stravolto con lo sguardo allucinato in preda alla follia parla con il suo fucile, lo carica di proiettili full metal jacket mentre recita il credo del fuciliere. Non c'è modo di farlo ragionare, è totalmente uscito di senno. Hartman lo affronta nel suo solito modo volgare e aggressivo e lui mette fine ai suoi abusi sparandogli con il fucile uccidendolo, per poi mettersi la canna in bocca premendo il grilletto.

Le figure femminili però non mancano, eccone alcune.  Inizio con le psicopatiche di Dario Argento.

Monica (Eva Renzi), ne L’uccello dalle piume di cristallo (1970), nella sua adolescenza è stata vittima di una violenza subita da un maniaco. Il trauma le ha provocato un’identificazione schizofrenica non con la vittima, ma con l'aggressore. Ha così sviluppato una personalità maschile violenta in un corpo femminile, con pulsioni che la spingono ad uccidere giovani donne. Diventando un killer spietato, irriconoscibile che agisce indossando abiti maschili, impermeabile, pantaloni, guanti e cappello neri.

 

 


Nina Tobias
 (Mimsy Farmer) in Quattro mosche di velluto grigio (1971), ha anche lei subito traumi infantili, ma dal padre, che volendo ad ogni costo un figlio maschio l'aveva fatta soffrire picchiandola, facendola vestire da uomo e mortificandola. Accecata dalla follia e dalla rabbia, era stata rinchiusa in manicomio dove aveva progettato di uccidere il padre. Alla morte di quest'ultimo, mentre lei era in manicomio, aveva cercato invano qualcuno che gli somigliasse per potersi vendicare fino a quando non ha trovato nel marito l'uomo che somigliava a suo padre.

                                                                       





Marta (Clara Calamai), in Profondo rosso (1975) è l'anziana madre di un ragazzo. Un'ex-attrice teatrale malata di mente. Anni addietro, davanti al loro figlioletto,  aveva assassinato il marito, che voleva riportarla in clinica contro la sua volontà, per poi murare il cadavere nella villa. Il figlio l'ha coperta per anni, ma rimasto traumatizzato aveva realizzato dei disegni raffiguranti il delitto. Ritrovati i disegni che la accusano Marta inizia una scia di sangue.


Frau Brückner (Daria Nicolodi) in Phenomena (1985) e suo figlio sono due alienati psicopatici. La madre è la vicedirettrice di un collegio svizzero su cui aleggiano tetre storie di bambine scomparse e mai più ritrovate. Ha un figlio frutto di una violenza subita da un pazzo rinchiuso in un manicomio criminale, nel quale lei lavorava come infermiera. Il bambino, nato deforme e affetto da gravi ritardi mentali, ha forti squilibri che lo portano ad essere un necrofilo assassino. Uccide le giovani ragazze e ne conserva i corpi in una vasca negli scantinati della casa materna. Frau Brückner non è da meno, uccide chiunque possa arrivare al figlio. Qui i killer sono due, ognuno agisce in concomitanza con l’altro. Mentre il figlio uccide le ragazze per soddisfare le sue manie perverse, la madre uccide chi si sta avvicinando troppo alla verità.

Baby Jane (Bette Davis) e Blanche (Joan Crawford) sono due anziane sorelle protagoniste di Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich, basato sull'omonimo romanzo di Henry Farrell (1960). Entrambe ex attrici vivono insieme in una grande e decadente villa neogotica. La loro forzata convivenza è minata da invidia, ostilità e acredine reciproche. Jane, alcolizzata, psicolabile, ossessionata dai ricordi del proprio passato di bambina prodigio, precipita nella follia. Regredita all'infanzia, nel delirio indossa e si esibisce con gli abiti di quando era ragazzina. Tiene segregata la sorella sottoponendola a una serie di angherie fisiche e psicologiche, giungendo ad uccidere la domestica che tentava di liberarla. Blanche, per parte sua, anni addietro ha tentato di uccidere Jane investendola con l'auto, ma nell'incidente è rimasta lei stessa paralizzata addossandone la responsabilità alla sorella. Chi sia la più pazza tra le due è una gara dura, quel che è certo è che di due non se ne fa una.

Annie Wilkes compare in Misery non deve morire (1990) di Rob Reiner interpretata da Kathy Bates. E' un personaggio tratto dal romanzo Misery (1987) di Stephen King. E' un'infermiera che nasconde un passato da assassina seriale di vari pazienti, crimini commessi negli ospedali in cui ha lavorato. È affetta da gravi turbe psichiche, ha repentini sbalzi d'umore passando da attenzioni protettive, materne al sadismo e alla violenza più efferata. Vive sola in una isolata baita di montagna. Ama ossessivamente i romanzi dello scrittore Paul Sheldon e Misery, la protagonista delle storie, che addirittura, nella sua follia, considera una persona reale. Quando si trova a curare Sheldon vittima di un grave incidente lo fa amorevolmente, ma non appena scopre che nel suo ultimo libro ha fatto morire Misery, il comportamento di lei cambia radicalmente. Lo tiene segregato, taglia i suoi contatti con il resto del mondo e usa tutti i mezzi, anche i più violenti e crudeli per obbligarlo a riscrivere il romanzo per far rivivere la sua eroina. Lui uscirà da questa esperienza non tanto sano di mente.

Norma Desmond è la protagonista di Viale del tramonto (1950) di Billy Wilder interpretata da Gloria Swanson. E' una vecchia gloria del cinema muto che vive in una grande e decadente villa in Sunset Boulevard. Un tempo acclamata diva ed ora dimenticata e abbandonata Norma soffre di depressione, e ha tentato più volte il suicidio. Nella villa trova casualmente rifugio dagli esattori il giovane Joe Gillis (William Holden), sceneggiatore di Hollywood. Lei accetta di ospitarlo vedendolo come occasione per il sognato grande ritorno sulle scene. Norma finisce per innamorarsi del giovane, ma da lui rifiutata tenta nuovamente il suicidio. Così Joe si sente moralmente costretto a restare. La situazione precipita quando Joe esasperato decide di andarsene. Norma rosa dalla gelosia e ormai al culmine della pazzia lo uccide. All'arrivo della polizia, Norma appare completamente estraniata dalla realtà. Credendo che siano arrivati giornalisti e operatori a filmare il suo rientro nel mondo del cinema scende maestosamente lo scalone della villa in preda al delirio e, guardando la cinepresa, pronuncia la famosa battuta: Eccomi De Mille, sono pronta per il mio primo piano.

Ma ritorniamo ai nostri killer seriali, quelli più tosti di tutti.

Jedidiah Sawyer/Leatherface è il protagonista della saga composta di nove edizioni tra film 2D e 3D, sequel, remake e prequel del remake; dall'originale Leatherface - Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper interpretato da Gunnar Hansen, fino all'ultimo del 2022. Si ispira al serial killer Ed Gein che uccideva indossando maschere fatte con la pelle del volto di persone riesumate dai cimiteri o vittime dei suoi omicidi. Jedidiah è nato da un rapporto incestuoso tra la madre e il fratello maggiore, è mentalmente ritardato. Diversamente dai serial killer di altri film, non uccide perché è crudele o sadico, ma perché è uno strumento sotto il totale controllo della propria famiglia. Una famiglia di assassini cannibali e fa tutto quello che gli viene ordinato di fare. È sempre rappresentato come un uomo grande e grosso, che per uccidere indossa una maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio insanguinato e usa una motosega come arma per massacrare le sue vittime. Un bel tipino che è meglio non incontrare.

Michael Myers è lo psicopatico omicida di Halloween – La notte delle streghe (1978) di John Carpenter, interpretato da Nick Castle. Myers diventa protagonista di una saga composta da otto film, due sequel, tre remake. Michael rappresenta il Male, ha un carattere antisociale, i cui comportamenti hanno spesso conseguenze fatali. Da bambino ha ucciso a coltellate la sorella maggiore. Viene internato in manicomio dal quale riesce a fuggire alla vigilia di Halloween, dopo 15 anni passati rinchiuso in se stesso senza mai parlare. Nascondendo con la catatonia, ciò che realmente è, uno psicopatico predatore senza rimorsi. Fa ritorno alla casa di famiglia ormai abbandonata e fatiscente della sua città natale, e continua una lunga striscia di sangue. Agisce indossando la divisa blu scuro di un meccanico che ha ucciso strada facendo. Si copre il volto con una maschera inespressiva che lo rende straniante e spaventoso, privo di qualsiasi emozione. Una perfetta macchina di morte senza sentimenti

E chiudo questa carrellata di folli con due creazioni fantasy, una letteraria e l’altra fumettistica.

Gollum/Sméagol è un essere inquietante e repellente all'aspetto, creato dallo scrittore J. R. R. Tolkien. E’ un personaggio di Arda, l'universo immaginario fantasy, presente nella trilogia cinematografica Il Signore degli Anelli (2001-2003) di Peter Jackson, generato al computer sulla base delle movenze di Andy Sarkis. E' piccolo, molto magro, scuro, del colore delle ossa. Ha un'età tra i 570 e i 600 anni, dovuta al possesso dell'Anello, che non lo faceva invecchiare ma che gli ha avvelenato la mente, rendendolo completamente dipendente da esso. Per averlo non ha esitato ad uccidere. E’ curioso e intrigante, ambiguo, una mente malata. Dotato di due personalità opposte ma complementari, è sempre diviso ed in bilico tra queste due identità, che spesso parlano e discutono tra loro. Da un lato Gollum, un essere miserabile e malvagio, molto furbo e violento, è la parte dominante. Dall'altro Sméagol che invece ancora ricorda la sua vita passata e valori come l’amicizia e l’amore, è il soccombente.

Joker è un personaggio dei fumetti statunitensi pubblicati da DC Comics. Compare in numerosi film: Batman (1989) di Tim Burton interpretato da Jack NicholsonIl cavaliere oscuro (2008) di Christopher Nolan interpretato da Heath LedgerSuicide Squad (2016) di David Ayer interpretato da Jared Leto. Infine è il protagonista in Joker (2019) di Todd Phillips interpretato da Joaquin Phoenix. Ha l'aspetto di un pagliaccio malefico. E’ uno psicopatico con turbe mentali e con un senso dell'umorismo distorto, sadico e crudele, incapace di provare empatia. E’ l'alter ego di Batman. Cadendo in una vasca di acido lottando con lui ne è uscito con la pelle bianca, il viso deformato, la grande bocca rossa, storta e i capelli verdi. Il suo nuovo aspetto e la tragica morte della moglie gli causano il definitivo cedimento mentale, trasformandolo definitivamente nel folle clown principe del crimine. La sua lucida follia e la sua imprevedibilità lo rendono uno dei più temibili criminali col più alto numero di omicidi a carico. E' il re del caos e dell'anarchia che propaga inarrestabilmente in tutta la città di Gotham City. Attacca il cavaliere oscuro divertendosi a prendersi gioco di lui e ridicolizzarlo ma, come gli dichiara: io non voglio ucciderti! Che faccio senza di te? Torno a fregare i trafficanti mafiosi? No tu completi me!

La prossima puntata sarà dedicata agli scienziati pazzi.

di Silvano Santandrea

 

 

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